Lezioni o concerti? Lezioni-concerto!

Come si può spiegare ai ragazzi la luminosità e la chiarezza compositiva di un quadro di Canaletto senza utilizzare le parole? Come evidenziare la costruzione razionale e la funzione pedagogica di un’ opera di Goldoni, senza fare alcun riferimento alla critica teatrale-letteraria? Ma con la musica, naturalmente! Le note del barocco italiano, ed in particolare il capolavoro vivaldiano “Le quattro stagioni”, sembrano davvero in grado di estrinsecare attraverso i suoni quegli stessi principi illuministici cui fanno riferimento le arti pittoriche e la letteratura della Venezia della prima metà del ‘700. Nel primo dei due appuntamenti previsti per le classi 3^ e 4^ superiori del nostro Istituto, i due maestri-relatori hanno cercato di farci capire, attraverso la musica, come il contesto storico-sociale della Serenissima abbia contribuito a forgiare il prezioso scrigno delle melodie e delle trame armoniche del genio di Antonio Vivaldi; ci hanno spiegato quali influenze siano state per lui determinanti – dall’eredità avuta da Caccini e Galilei, pionieri del concetto italiano di melodia come monodia sostenuta dalle altre voci, alle relazioni con la musica di Couperin e di Bach; ci hanno, infine, regalato l’emozione di una musica sublime e assoluta, espressione della vera Bellezza.

Il secondo appuntamento si è invece rivolto all’approfondimento di una fase storica di estrema importanza nell’evoluzione politica del nostro Paese: il Risorgimento, spiegato a partire da brani popolari piemontesi e lombardi dell’epoca – espressione della volontà di liberarsi dal giogo austro-ungarico – passando per l’Inno di Mameli, fino ad arrivare alle celeberrime arie d’opera di Giuseppe Verdi, che a partire dai moti del 1848 farà proprio il sentimento patriottico e concepirà parte della sua musica in funzione della lotta contro il nemico straniero. La musica diviene dunque, in questo contesto, un’arma potentissima per smuovere le coscienze verso l’obiettivo comune, in una fase storica in cui meno di un quarto della popolazione in Italia è alfabetizzata. I due maestri-relatori ci hanno condotto, questa volta, in un viaggio a ritroso attraverso le fasi costituenti della nostra storia nazionale, offrendoci un punto di vista alternativo sulla sua evoluzione attraverso l’insolito filtro della musica.

I ragazzi si sono mostrati, in entrambe le occasioni, curiosi e attenti. Anche se non possiamo essere certi sull’effettivo bagaglio culturale che porteranno con sè dopo questa esperienza, siamo certi che queste due lezioni-concerto abbiano aiutato i ragazzi ad afferrare un aspetto fondamentale della musica: la sua duttilità, cioè la sua capacità di prestarsi all’espressione di ogni concetto ed ogni sentimento che l’intelletto e l’animo umani sono in grado di creare – che si tratti di un ideale di Bellezza o di una lotta politica. La duttilità, ciò che rende la musica il linguaggio universale per eccellenza e che forse spiega, almeno in parte, il fascino incommensurabile che proviamo nei suoi confronti.

Proff. Acanfora, Figini & Romani

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