I ragazzi delle Sc. Umane diventano guide turistiche per Milano

Con la visita guidata alla mostra dedicata ad Antonello da Messina a Palazzo Reale, si è chiuso a inizio maggio un programma di visite guidate a sostegno della Fondazione Padre Arsenio.
Alcune uscite organizzate nei mesi di marzo e aprile hanno visto come protagonisti attivi gli studenti della classe III del Liceo delle Scienze Umane, coinvolti in un progetto trasversale tra la Storia dell’arte e le Scienze Umane. Ecco il loro racconto.

L’ULTIMA THULE NASCOSTA PER MILANO

Genesi

L’arte è davvero distante da noi giovani? Oscar Wilde ha affermato: “Ci sono due modi per non apprezzare l’arte: uno è non apprezzarla. L’altro apprezzarla con razionalità”. Siamo quindi in grado di apprezzare l’arte? La si può apprezzare razionalmente? Ma, soprattutto, abbiamo davvero bisogno di queste domande retoriche?

Pieni di dubbi abbiamo provato a rispondere organizzando delle visite da noi guidate in collaborazione con la Fondazione Padre Arsenio. Siccome già Aristotele si era accorto che “noi siamo ciò che facciamo quotidianamente” e dato che la nostra quotidianità è scandita dallo studio delle Scienze Umane, non potevamo che coniugare l’arte e la comunicazione. Per comprendere meglio la stretta correlazione fra la Storia dell’arte e il metodo per trasmettere le nostre conoscenze al prossimo abbiamo seguito una lezione che ha previsto la compartecipazione della professoressa Prignano (docente di Scienze Umane) e la professoressa Mirra (docente di Storia dell’Arte). Per non scordarsi dei segreti sepolti nella nostra città, tra tutti i tesori ne abbiamo rintracciati tre appartenenti ad un antico tempo italiano: il raffinato Rinascimento.

La prima scelta, quindi, è ricaduta su San Maurizio al Monastero Maggiore, dove l’aria è colma di un’aurea atmosfera, che impone un silenzio contemplativo.

La seconda, invece, è stata Santa Maria presso San Satiro, un diamante incastonato fra le case e i vicoli di Milano, nella quale gli occhi vengono ingannati e si consolano ammirandone la prospettiva.

E infine il Castello Sforzesco che con la sua imponenza abbraccia Milano, rievocandone gli antichi splendori.

Svolgimento

“Sanza scorta andianci soli” [Dante, Inferno, XXI, V. 128]. Tuttavia, per quanto fossimo carichi di buona volontà, non eravamo e, tuttora non siamo, guide. Quindi, quasi straniti per l’incarico, sentendo il bisogno di vedere i luoghi coi nostri occhi abbiamo organizzato, per ognuno dei tre gruppi nei quali ci eravamo divisi, una preparazione alla visita supportata dalla prof.ssa Mirra tenuta nel luogo prescelto. Dopodiché l’approfondimento è stato nostro. Abbiamo sondato le possibilità offerte dalla Rete, selezionato con attenzione libri dedicati e, pian piano, abbiamo composto un mosaico di curiosità e informazioni.

È giunto poi il momento di presentarlo al pubblico. La campagna pubblicitaria è stata condotta per vie molteplici, dapprima fra parenti e amici, lasciando quindi che la parola si diffondesse; poi la scuola stessa si è preoccupata d’informare su larga scala ogni persona che potesse essere interessata. Così si è formato il primo gruppo, incuriosito dalla visita a San Maurizio al Monastero Maggiore. A partire da lì alcuni visitatori si sono fidelizzati, partecipando anche alla visita successiva alla Chiesa di Santa Maria presso San Satiro.

Il monito dello stupore

Abbiamo così condotto i visitatori tra le meraviglie più recondite di Milano e, laddove invece la scelta è stato un luogo simbolo -e perciò a tutti presente- come il Castello Sforzesco, abbiamo cercato di mostrare gli aspetti più curiosi e sconosciuti.

L’ultima Thule si raggiunge in ogni angolo di meraviglia nascosta, ogni volta che si raggiunge con difficoltà uno stato di stupore dal quale sarà ancor più complesso tornare; e noi, modestamente, l’abbiamo raggiunta varie volte.

Cosa rimane, dunque, di queste visite? Dopo le nozioni, le storie e gli aneddoti che abbiamo raccontato, resta il silenzio. Un silenzio contemplativo che rivela, come scrisse Conan Doyle, il tocco supremo dell’artista: sapere quando fermarsi.

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