Progetto di Interpretariato e traduzione


Mercoledì 25 gennaio nella nostra classe è avvenuta la prima “puntata” di una serie di incontri per
mostrare a noi studenti della terza linguistico un possibile percorso di studi per aiutarci in previsione della scelta del nostro cammino universitario, facendoci “sbirciare” nel mondo
dell’interpretariato.

Abbiamo approfondito le lingue come non si può apprendere sui banchi e scoperto i segreti del mestiere e i “dietro le quinte” della traduzione simultanea.


  • Prima lezione

    Nella prima “puntata” abbiamo imparato i termini tecnici del mestiere scoprendo le competenze
    richieste per far parte del settore (quali sono i livelli linguistici richiesti ecc.). Abbiamo appreso le
    diverse tecniche, quali la traduzione simultanea, consecutiva e molte altre, guardando video a riguardo per preparaci a passare alla pratica.

  • Seconda lezione

    Nella seconda “puntata” ci siamo cimentati nell’applicazione della traduzione consecutiva, in cui si aspetta che il parlante abbia finito
    il proprio discorso per avere un momento dedicati esclusivamente alla traduzione di quanto detto. Per evitare di dimenticare le informazioni fornite dal relatore, si fa ciò che si fa in classe: si prende appunti. Tuttavia, la tecnica applicata in ambito lavorativo prevede una divisione del foglio in tre sezioni, dividendo soggetto, verbo e complementi, in cui ad ogni parola si attribuisce un simbolo, il tutto finalizzato a risparmiare tempo. Come può sembrare, si tratta di un procedimento estremamente complesso e richiede anni di studio per diventare automatico.

  • Terza lezione

    La terza “puntata” si è dedicata alla correzione di un esercizio di traduzione. Per compito avevamo tradotto l’inizio del primo capitolo di Harry Potter. Il lavoro è stato tutt’altro che semplice: dalla traduzione parola per parola alla difficoltà di mantenere il registro colloquiale per adeguare il testo allo stile di scrittura originale.

  • Quarta lezione

    Nel nostro “finale di stagione” si è tenuto il test che determinerà la nostra valutazione per la fine del corso con un attestato di partecipazione che certifichi le ore di Pcto previste. Durante l’esperienza abbiamo avuto tutti gli strumenti per capire che il lavoro dell’interprete era ciò che ci aspettavamo: difficile. Abbiamo però avuto la fortuna di scoprire una nuovo potenziale percorso universitario, imparando a conoscere il mestiere da un’esperta del settore che, con la massima sincerità, ci ha guidati attraverso le luci e le ombre del suo lavoro per farci vivere un’esperienza singolare e stimolante. Perché nel lavoro come a scuola, difficile non sempre è sinonimo di impossibile ciò che è complesso si rivela spesso incredibilmente stimolante.

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